sabato 17 gennaio 2015

Piccolo Viaggio nella Storia della Letteratura (1); i Greci e i Romani (pt.1)

Ciao e bentrovati anche questo sabato! Quello di oggi non è un vero e proprio articolo su uno specifico argomento ma una "spiegazione" di qualcosa: in questo caso vi propongo una semplice cronologia, abbastanza scarna, di alcuni dei movimenti culturali più importanti nella storia del pensiero (una cosetta da nulla, insomma). Ma non spaventatevi, che già vi vedo trascinare stancamente il cursore del mouse sulla X! Quello che vi voglio offrire è un semplice quadro MOLTO generale e SOLO introduttivo per permettervi di orientare più o meno nel tempo e nello spazio quando parlo di qualcosa. Quel che vi dico sono cose Molto scontate, banali e ovvie che un qualunque ragazzino del liceo potrebbe riproporvi in maniera anche più approfondita: qui cerco volutamente l'accenno superficiale, giusto per dare un quadro generale. Perché? In futuro mi piacerebbe parlarvi di Tante cose, di argomenti anche molto diversi tra di loro e, in alcuni casi, mi piacerebbe prendere un autore come può essere Aristofane o Luciano e sviscerarli completamente, proponendovi TUTTO quello che so dei loro scritti. Ma per fare questo dovrete pur sapere in che periodo sono più o meno vissuti e a quale corrente appartengono almeno in modo generale: nessuno vive isolato ma ci sono continue influenze e ispirazioni. E per dare a tutti questa possibilità in modo agevole ho pensato a questo sistema: una piccola serie di tre articoli per una consultazione rapida! Se leggerete tutto buon divertimento (e fortuna) altrimenti l'articolo non scappa, potrete recuperarlo quando vorrete! Per motivi di spazio l'ho diviso, a sua volta, in due: la prima parte sui Greci esce oggi mentre per quella su Roma cliccate QUA!


Tutto cominciò tanto tempo fa, tra il 900 e l'800 a.C, nell'antica Grecia e in Medio oriente dove vi erano dei sovrani con le loro corti. Vari cantastorie, meglio noti come aedi, giravano in questi posti raccontando una serie di leggende riguardanti eroi antichi: fra questi vi era, forse, un uomo di nome Omero. "Forse" perché non si sa nemmeno se sia mai effettivamente esistito
Per vari motivi si pensava che fosse cieco
ma fatto sta che, sotto suo nome, ci sono stati tramandati due scritti, l' "Iliade" e l' "Odissea", le opere più famose della storia della letteratura. Che sia esistito o meno un uomo solo con questo nome, che siano opere "uniche" o che si siano generate dall'unione di più racconti, è un dato di fatto che servirono come base per TUTTE le opere successive, da lì fino ai tempi moderni, accavallandosi in una serie infinita di influenze su influenze (giusto per chiarire la loro importanza). L'atro poeta Greco antichissimo di cui si sa poco è Esiodo che scrisse la celebre "Teogonia", un poema in cui canta l'origine delle divinità e alcuni miti che li vedono protagonisti: un'opera che sta alla base della religione politeista Greca che aveva ricevuto influssi dall'Egitto e
Viene raccontato lo scontro  tra Zeus e il mostro Tifone
dall'oriente. Da questo punto in avanti la letteratura Greca si divide in 3 branche principali che ora distinguo per comodità ma ricordatevi che convivono nello stesso sfondo culturale e si intrecciano l'una con l'altra: Storiografia, Commedia e Tragedia, Pensiero Filosofico e Retorica.

La storiografia nasce, sostanzialmente, nel 484 a.C. con Erodoto, il primo a fondare nelle sue "Storie" un metodo storiografico più o meno rigoroso: si basa, infatti, solo su quello che ha "visto" e "sentito" selezionando le informazioni credibili e quelle che lo sono decisamente meno. Infatti prima spopolavano i racconti di viaggio dei famosi logografi (una sorta di avventurieri) che, spesso, si inventavano storie piene di assurdità per sorprendere il pubblico. Dovete sapere, infatti, che la Grecia ha, da sempre, avuto uno strano rapporto con la scrittura: Omero ha tramandato tutto oralmente e così fa Erodoto il quale trascrive queste "Storie" solo successivamente, in un secondo tempo, dopo
Erodoto ci parla della battaglia delle Termopoli d "300" (mio articolo)
averle raccontate a voce. Scopo principale della storiografia Greca è quello di voler raccontare dei rapporti con i loro nemici per eccellenza: i Persiani. E di questo si occupa anche il suo successore spirituale, ovvero Tucidide (460 a.C- 404 a.C.) che scrisse "La Guerra del Peloponneso", una vera pietra miliare della "storia della storiografia" e che però fu pensata, fin da subito, come opera scritta. A seguire quest'ultimo storico fu Senofonte (430 a.C.- 355 a.C.) che raccontò della spedizione militare segreta da lui compiuta in territorio Persiano e che finì in tragedia: a metà tra un racconto d'avventura e una cronaca storica. Detto l'Essenziale su questo argomento passiamo al teatro!

Tracciare le Vere origini della tragedia e della commedia Greca penso sia una delle cose più difficili e confuse al mondo e vi sono TANTE teorie al riguardo tenuto conto che, oltretutto, si conoscono anche pochi nomi per entrambe le discipline: ciò che gli Alessandrini prima e gli Arabi poi hanno deciso di trascrivere e non cestinare, insomma. La commedia, in particolare, è molto misteriosa: Aristotele, il famoso filosofo che più tardi avremo modo di conoscere, avrebbe dovuto parlarne approfonditamente nel secondo libro della "Poetica" che, però, è andato completamente perduto (chi ha visto "Il Nome della Rosa" ne sa qualcosa). Possiamo però dividere la produzione in tre periodi: la commedia "antica" di Aristofane, la commedia "di mezzo" di cui non sappiamo nulla, e la commedia "nuova" di Menandro di cui parlerò dopo perché di epoca Alessandrina e va analizzata a parte. Di Aristofane (450 a.C. - 385 a.C.) ci sono giunte diverse opere spesso in buone condizioni: la mia preferita è la "Lisistrata" (di cui spero di potervi parlare
un giorno) ma abbiamo anche capolavori come le "Rane" e le "Nuvole" in cui il protagonista è il celebre Socrate che viene, però, ridicolizzato. la comicità di queste opere è apparentemente molto rozza (tipo cinepanettone di Boldi e de Sica) ma serve a nascondere grandi temi di attualità politica e sociale: guerra, costumi e metatragedia (il parlare del significato che sta dietro alla rappresentazione scenica) sono solo alcuni degli aspetti toccati da quest'arguto comico che, forse, aveva da dire molto di più di quello che pensiamo. Parallelamente si sviluppa anche la tragedia e i tre grandi nomi che tutti conoscono sono Eschilo, Sofocle e Euripide. Se i primi due sono simili come stile, il terzo si differenzia completamente: vissuto nel 400 come Sofocle riesce, al contrario di questi che trae molto spunto dal suo maestro,
Parte fissa di questi spettacoli era il coro
a rivoluzionare Completamente gli elementi della tragedia classica e a portare dei temi incredibilmente ricchi e complessi che venivano offerti a un pubblico spesso inconsapevole della propria cultura con un linguaggio leggero e comprensibile ai più. E chi mette in evidenza questa cosa se non Aristofane nelle "Rane"? Ci avevano visto entrambi molto lungo, credetemi! Fatto sta,
La grandezza del teatro di Epidauro ci fa capire quanto fosse importante il teatro
però, non fu compreso dai suoi contemporanei perché troppo moderno e vinse poche volte una gara di tragedie. Durante questi agoni, così erano chiamate le competizioni, si doveva presentare un ciclo di tre tragedie, più o meno legate tra di loro (l'unico che ci è arrivato integro è quello dell' "Orestea" di Eschilo) più un "dramma satiresco", una composizione finale comica che doveva sollevare l'umore del pubblico afflitto dopo lo spettacolo triste di violenze e passioni tormentose che venivano proposte durante questi spettacoli. Sfortunatamente ce ne sono arrivati molto pochi e in pessime condizioni: rassegnamoci ormai al fatto che abbiamo perso gran parte del patrimonio culturale di un popolo che, ancora oggi, risulta misterioso. Ma passiamo al pensiero filosofico e alla retorica prima di parlare del periodo Alessandrino.


Il punto cardine della storia della filosofia Greca fu Socrate (470 a.C. - 399 a.C.). Chi venne prima d lui, i Presocratici, appunto, avevano tutti ricercato quali potessero essere le origini del mondo: tra i nomi più importanti vi sono Talete, membro dei "Sette Sapienti", Eraclito, Pitagora e Democrito.
Le fonti dicono che Socrate era molto brutto!
Di Socrate, primo indagatore della psiche umana, non abbiamo nulla perché non scrisse mai un'opera: egli, come Erodoto e il suo allievo Platone, erano diffidenti verso la scrittura perché era vista come un mezzo per diffondere alle masse una cultura che volevano tenere privata ed elitaria. All'opposto si collocano i Sofisti, un gruppo di filosofi ribelli ed eccentrici, che si divertivano a dire tutto e il contrario di tutto, che per denaro accettavano di insegnare ad altri le loro conoscenze, spesso fin troppo a buon mercato (questo veniva contestato loro, principalmente). Tuttavia Platone (428 a.C. - 348 a.C.) scrisse numerosi dialoghi filosofici in cui il maestro fa da protagonista, dei quali il più famoso è "Il Simposio" sul tema dell'amore. Socrate venne condannato a morte e il suo allievo fondò il Ginnasio, una scuola dove insegnava la sua dottrina. Si rifiutò, tuttavia, di trascrivere i contenuti più importanti sempre per il concetto visto prima: meno male che il suo successore, Aristotele (384 a.C. - 322 a.C.), ci
La mappa dell'universo di Aristotele rimarrà invariata fino a Galileo
ha spifferato tutto quello che non ha scritto (così impari, Platone). Questi, infatti, aveva idee completamente diverse dal suo predecessore: se Platone era tutto preso dal pensare a un mondo superiore perfetto di cui questo, quello in cui viviamo tutti i giorni, non è che le brutta copia, Aristotele sta più con i piedi per terra e pensa, oltre che alla filosofia, anche alla biologia e cosmografia.
La retorica è strettamente collegata con la filosofia in quanto ha origine con i sofisti (tra i quali Gorgia spunta come nome sopra tutti gli altri), così bravi a dimostrare qualunque cosa: i nomi più importanti e celebri sono Isocrate e Demostene che vede, inesorabile, la salita di quello che fu il personaggio più importante dell'antichità: Alessandro Magno (356 a.C. - 323 a.C.).


Allievo del già citato Aristotele, questo principe Macedone riuscì ad assoggettare ed unire sotto di sé non solo tutta la Grecia, da sempre abituata ad avere diverse città indipendenti in guerra tra di loro, ma anche buona parte dell'impero Persiano spingendosi, con le sue conquiste, fino alle porte dell'India e assumendo tutti quei tratti da imperatore che saranno poi riproposti a Roma e da lì portati avanti fino alla rivoluzione Francese come,
L'impero di Alessandro Magno
ad esempio, il concetto di "predestinazione divina". Alla sua morte il vastissimo regno, che aveva pure adottato una sorta di lingua greca comune adattata in base ai vari popoli, si divide in tanti regni di cui il più famoso è quello ch
e aveva sede ad Alessandria d'Egitto che divenne, sotto la dinastia dei Tolomei, capitale della cultura per tutto il 300 a.C. : era il periodo Alessandrino. Dei tanti personaggi che popolarono la famosa biblioteca i più famosi furono il poeta lirico Callimaco (310 a.C - 240 a.C.) e Apollonio Rodio, (295 a.C. - 215 a.C.) famoso per il poema "Le Argonautiche" (di cui parlerò in futuro): si tratta di un tipo di letteratura ormai soltanto scritta da fruire in privato, leggendo nella mente, qualcosa di totalmente diverso rispetto a Erodoto o Socrate. Anche la commedia cambiò molto e assunse toni più leggeri e pacati, borghesi quasi, con Menandro di cui, però, si sa poco e nulla. Cosa certa è, invece, l'influenza che ebbe sulla letteratura romana che intanto era nata e si era andata sviluppandosi.


La parte Greca è venuta po' lunghina e ho deciso, quindi, di staccarla fisicamente da quella romana anche se pensate per essere pubblicate assieme! Lunedì 19 arrivano i Romani, troverete il link qui poi oppure per rimanere in contatto venite a trovarmi su Facebook!

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